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venerdì 20 febbraio 2015

Premesse o promesse?


Eccomi!

Prima di tutto mi racconto: mi chiamo Fiammetta Michelacci, ho 3... anni, un marito sardo e un bambino nato un anno (circa) fa.


Abito a Firenze da anni oramai, anche se vengo da Pontassieve, una cittadina a Sud di Firenze. Sì proprio quella. Quella dove abitava il nostro premier prima di diventare premier.

Nella mia vita ho fatto (abbastanza) cose e visto (abbastanza) gente, ma una cosa più delle altre mi appassiona: l'arte.

Fin da piccola ho mostrato una spiccata predisposizione per le materie umanistiche. 

In molti hanno provato a darmi ripetizioni di matematica, ma io li ho sconfitti tutti tranne uno. Che una volta riuscì a farmi prendere addirittura 9 a un compito. Quando glielo dissi non ci voleva credere. Ricordo che mi parlava della x e della y come di comitive allegre che andavano a farsi delle scampagnate sui segni delle frazioni prima e sugli integrali poi...sarà per quello che riuscì a farmele capire?

Per ovvie ragioni mi iscrissi al liceo classico. Non avrei potuto affrontare una scuola con materie tecniche.

Disegno tecnico: per carità. Ricordo ancora che la mia insegnante alle medie mi metteva su una seggiolina accanto alla cattedra e mentre gli altri disegnavano, lei provava a ri-ri-ri-rispiegarmi le regole della prospettiva. Nulla. Sconfitta pure lei.

Esercitazioni pratiche: lasciamo perdere. Si ricorda quella volta che mi trafissi un dito con un chiodo mentre, sempre alle medie, dovevo costruire non so cosa in compensato.

Dunque, per la salute mia e di tutti, mi cimentai con il greco e con il latino e devo dire che ero bravina.

Poi, all'università spiazzai tutti con un colpo di coda. Fisica. No, no non Educazione Fisica (anche lì non è che proprio brillassi, a dire il vero). Proprio Fisica ad Arcetri. Posto bellissimo. 

Mio padre ingegnere, in lunghe dissertazioni, mi aveva convinto che la fisica mi avrebbe spiegato il senso profondo delle cose, più profondo anche della filosofia, di cui io ero appassionata.

"Ma babbo, lo sai, io di matematica non ci capisco nulla!", obiettavo.
"Ma, credimi, cara, la matematica in fisica è solo un dettaglio. La fisica è ben altro".

Insomma mi convinsi e mi iscrissi. E convenni con me stessa che la matematica a Fisica NON era un dettaglio.

Superati comunque i due esami di analisi (ho un marito barbaricino ma se mi ci metto sono più testarda io), capitolai su quello di "Esperimentazioni di fisica I" (prove pratiche di fisica, figuriamoci)!

Quando dissi al professore una cosa come che se un buttavo un peso in terra quello sarebbe andato in su verso l'etere, lui mi guardò e mi disse: "Signorina, ma è proprio certa che questa sia la sua strada?".

Convenni con lui che NO, non era la mia strada.

Dunque cambiai.

E questa volta decisi che avrei scelto di dedicarmi interamente a ciò che veramente amavo. In barba alla futura precarietà professionale verso cui probabilmente mi sarei avviata, scelsi di iscrivermi alla facoltà di Lettere di Firenze, indirizzo Storico - Artistico. E fu lì che mi innamorai...

....to be continued.

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